Mare Adriatico le 2 sponde

Il mare Adriatico è servito da fonte di trasporto, svago e sostentamento nel corso della storia. Dalla fine del XX secolo lil mare Adriatico, noto da tempo per le sue condizioni incontaminate, iniziò a mostrare pericolosi segni di specie invasive introdotte dall’influenza umana.
Sei nazioni confinano con il mare Adriatico che descrivono le due sponde contrapposte. Da sempre le due sponde uniscono i confini per questo importante e delicato tratto di mare.
Il mare Adriatico è parte del mar Mediterraneo, compreso tra la costa orientale dell’Italia e quelle di Slovenia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro ed Albania.
Con una larghezza che varia da 90 a 200 km, e comunica a sud-est con il mar Ionio attraverso il canale d’Otranto.
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Sommario dei contenuti
Mare Adriatico nell’antichità
Ai Veneti, che furono tra i primi abitatori della sponda occidentale dell’Adriatico, vien fatta risalire la fondazione di Atria, l’attuale Adria.
Passato successivamente sotto il controllo etrusco e dei Greci, che vi fondarono numerose colonie, l’Adriatico cadde infine sotto la supremazia dei Romani.
In pochi anni, dopo le prime spedizioni contro gli Illiri 229-228 a. C., Roma acquistò il completo controllo dell’Adriatico. La fondazione della colonia di Aquileia del 181 a. C., le assicurava infatti la libera circolazione.
L’unità del mare Adriatico venne meno solo quando cadde l’Impero Romano di Occidente. Però, benché vi si affacciassero via via nuovi popoli (Goti, Longobardi, Franchi), la supremazia vi fu quasi costantemente esercitata da Bisanzio.

La repubblica di Venezia
Parallela al decadere dell’impero sorse la potenza veneziana, che dapprima difese la propria esistenza contro Longobardi e Franchi, poi con gli Slavi, Ungari, Arabi e Normanni.
La determinazione di Venezia, subito dopo la quarta crociata del 1204, condusse il suo dominio a dirsi assoluto sul mare Adriatico. L’egemonia non fu tuttavia pacifica e la Repubblica dovette continuare a lottare contro sempre nuovi nemici.
Poi, per più di trecento anni, contro gli implacabili assalti dei Turchi, che vennero sempre vittoriosamente respinti a prezzo di gravi sacrifici.
Venuta meno la potenza della Repubblica e troncata addirittura la sua esistenza (1797), l’eredità veneta nell’Adriatico venne raccolta dall’Austria.
Conservò un controllo assoluto fino al 1861. La formazione del Regno d’Italia e l’indipendenza della Serbia e del Montenegro (1878) incrinarono parzialmente la supremazia austriaca.
Poi la storia recente di cui immagino siamo tutti a conoscenza. Ma l’origine storica di Venezia è fondamentale per capire quanto, le due sponde del mare Adriatico, siano per molti versi architettonici unite.
Mare Adriatico le due sponde
C’è un contrasto sorprendente tra le sue due sponde del Mar Adriatico. La costa italiana è relativamente dritta e continua, senza isole, mentre la costa croata è piena di isole grandi e piccole.
Molti stretti tortuosi formano insenature tra le isole croate, simili a quelle dei fiordi norvegesi, rendendo la costa molto intricata.
Le profondità dell’Adriatico vicino alle sue rive hanno uno stretto rapporto con la fisiografia delle coste adiacenti. Ovunque tali coste siano alte e montuose, le vicine profondità marine sono considerevoli, come nelle zone istriane e dalmate.
Dove si trovano spiagge basse e sabbiose, il mare vicino è poco profondo, come nelle vicinanze di Venezia o, più a sud, vicino al delta del fiume Po.
In generale, le acque sono poco profonde lungo tutta la costa italiana. Il sito di massima profondità del Mare Adriatico si trova a sud della zona centrale di cui la profondità media è di 444 metri.
L’Adriatico ha due tipi di fondali marini piuttosto speciali, difficili da organizzare in una classificazione rigorosa, ma molto comuni nel Mediterraneo.
Vale a dire sedimenti derivati da insenatura e sedimenti alterati dal calore del fondo marino. In generale, il fondo marino è costituito da fango e sabbia giallastra, contenente frammenti di conchiglie, molluschi fossili e coralli.

I venti e le maree
I venti principali prevalenti nella zona sono la bora, un forte vento da nord-est che soffia dalle vicine montagne verso il mare, e un vento da sud-est chiamato lo scirocco che è meno fastidioso da un punto di vista di navigazione.
Durante i sei mesi invernali, bora e scirocco si alternano, con o senza un intervallo di pochi giorni di calma.
Le maree dell’Adriatico, che sono state intensamente studiate, seguono un modello complicato, spazzando nella regione da sud ed essendo collegate a quelle del Mar Ionio. Per le maree vi suggeriamo la lettura dell’articolo in questo blog.
Il Mare Adriatico, come il Mediterraneo in generale, è carente di vita. Il contenuto nutritivo, come indicato dalla quantità di fosfati e nitrati, è estremamente basso.
Nell’Adriatico settentrionale, un significativo raffreddamento invernale ed una salinità bassa impoverisce di conseguenza la tipica vita marina mediterranea.
Nel centro adriatico, la vita è molto più ricca rispetto al nord, mentre l’area dell’Adriatico meridionale ha le sue forme di vita distintive.

Le coste
La costa occidentale del Mar Adriatico che comprende la laguna e il delta del Po è generalmente bassa a causa dei detriti trasportati dai fiumi.
Il Mar Adriatico bagna molte città importanti come: Venezia, Trieste, Ravenna, Rimini, Ancona, Pescara, Bari e Brindisi.
La costa orientale è rocciosa, con molte isole. A sud della penisola istriana, che separa il Golfo di Venezia e Trieste dal golfo del Quarnero, la frangia di isole della costa orientale si estende a sud fino a Dubrovnik.
L‘isola di Cres è la più grande isola nel Mar Adiatico, leggermente più grande nelle vicinanze di Krk.
É interessante notare la grande differenza tra la costa italiana e croata sull’Adriatico. Anche se sono a poca distanza l’una dall’altra, la costa croata e le spiagge sono, in alcuni punti, a volte più chiare e più blu d’Italia. La Croazia è nota per le sue acque cristalline.
L’uomo ed il Mar Adriatico
È andato ampliandosi il fenomeno dell’erosione delle spiagge, manifestatasi sul versante italiano, fin dagli anni Settanta.
Oggi ha raggiunto ormai livelli di estrema gravità: innescato dalle opere umane, sia nel retroterra (sbarramenti e cave lungo gli alvei fluviali) sia sulla costa (porti e approdi, insediamenti residenziali e industriali).
L’uomo sempre artefice di modifiche, continue agli equilibri talvolta delicati, della natura.
Modificando la diversa ridistribuzione delle correnti marine e del moto ondoso spesso deviati. Si rimanda la lettura all’articolo di questo blog sull’importanza delle correnti.
Tutto questo ha costretto ad interventi di difesa, anche se scarsamente coordinati, hanno favorito parziali riporti di sabbia.
Ma anche aggravato i danni nei tratti rimasti non protetti o dove gli interventi stessi si sono rivelati addirittura errati. Un esempio visibile è lungo la costa abruzzese a nord di Pescara.
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