Mare Tirreno e la Tirrenide scomparsa

Il Mare Tirreno e la scomparsa di Tirrenide

Il Mare Tirreno si trova lungo la costa occidentale dell’Italia ed è considerato parte del più ampio Mar Mediterraneo. Ai tempi dei Romani anche chiamato Mare Nostrum ( vedi articolo ).

Il Mare Tirreno e la Tirrenide scomparsa è stato oggetto di molti studi archeologici e non solo. Dai Tempi di Platone si descriveva un Eden chiamato Atlantide.

L’antica Tirrenide copre un’area di circa 106.000 miglia quadrate, dislocato oltre il confine tra le placche tettoniche eurasiatiche e africane.

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Importanza del Mare Tirreno

Il Mare Tirreno ha svolto un ruolo culturale e sociale importante nel corso della storia. In particolare in termini di commercio internazionale.

La sua posizione strategica del Mare Tirreno ha permesso alle navi di connettersi da diversi continenti orientali, tra cui Africa, Asia, Medio Oriente ed Europa.

Sull’antica Tirrenide, la quantità di scambi effettuati nelle sue acque, era limitata a causa del fatto che l’area era controllata da pirati.

Il Mare Tirreno ebbe un ruolo importante durante il periodo napoleonico, che iniziò alla fine del XVIII secolo. Secondo quanto riferito, Napoleone usò queste acque per inaugurare una delle sue navi da guerra.

Attrazione turistica internazionale

L’importanza dell’antica Tirrenide continua ancora oggi. Il mare ha mantenuto il suo ruolo di importante come rotta commerciale e di trasporto.

È divenuta una destinazione turistica popolare, dato che ospita diverse isole all’interno dei suoi confini ed un numero di città storiche lungo le sue coste.

Alcune delle attrazioni più popolari nel Mare Tirreno includono la Sicilia, le Isole Eolie, la città di Palermo e la città di Napoli. I resort situati in questi luoghi ricevono migliaia di visitatori su base annuale.

Oltre alla sua importanza nelle industrie del commercio e del turismo, il Mare Tirreno sostiene anche una grande industria della pesca. Le attività che si svolgono in questo mare contribuiscono in modo determinante all’economia dell’area.

Atlantide e la Tirrenide

Mare Tirreno e la Tirrenide

Commissionato dal regime fascista, l’archeologo Leonardi nel 1930, ebbe il compito di ricostruire la genesi della razza umana.

Dalle mura Ciclopiche o Poligonali, presenti in tutto il territorio del basso Lazio, teorizzò e dimostrò l’esistenza circa 10.000 a.C. di una terra scomparsa, l’antica Tirrenide.

Nel territorio compreso tra la Toscana, Lazio, Corsica e Sardegna, si sarebbe sviluppata un’antica ma alttrettanto evoluta civiltà il cui impero era chiamato “Tirrenide”.

L’Antica Atlantide

La Tirennide fu considerata da numerosi studiosi la colonia di Atlantide nel Mar Mediterraneo. Riprendendo gli scritti di Platone, gli esploratori di Atlantide proveniendo dall’oceano Atlantico, varcarono le colonne d’Ercole.

Gli atlantidei giunsero in Sardegna e poi da lì avanzarono per la Corsica, la Toscana e il Lazio, sino ad insediarsi e colonizzare la parte a sud del Circeo.

Parte di questo immenso territorio, ora ricoperto d’acqua, era da considerarsi appartenete al mondo emerso.

Tracce di queste civiltà giacciono nei fondali del mediterraneo a largo del Circeo. La Tirrenide fu distrutta da un forte sisma seguito da un terribile maremoto che costrinse la sua popolazione ad emigrare verso est.

Nel Mare tirreno attuale, in seguito al terribile disastro, i migranti tornarono nelle terre di origine ed in particolare nelle zone del basso Lazio dove trovando un clima mite e rigogliosa vegetazione.

L’abbondanza di acqua, quel popolo ancestrale diede vita a numerose piccole civiltà definite successivamente gli Italici.

I tirrenidi

I Tirennidi avevano sviluppato grandi conoscenze nei più svariati campi scientifici, tra cui l’astronomia, la meccanica e l’ingegneria edile.

Infatti essi costruivano con enormi pietre opere gigantesche le cui tracce sono ancora oggi ben visibili in più parti d’Italia. Nel basso Lazio ed in particolare nel nostro territorio, la presenza delle mura megalitiche è la testimonianza del passaggio di questo evolutissimo popolo.

A suffragio di queste teorie riprese in seguito da vari studiosi, nel 1980 fu fatta una eccezionale scoperta. Il ricercatore Giorgio Copiz, riformulando cartine geografiche del territorio ciociaro, scoprì una nuova realtà.

Unendo, con delle linee tutte le città attraversate dalle mura megalitiche, si otteneva un interessante e stupefacente disegno. La linea centrale della costellazione del Gemelli.

Come per le piramidi che viste dall’alto rappresentano la costellazione di Orione, le nostre antiche mura megalitiche ridisegnano in terra la posizione di tutte le stelle appartenenti alla linea centrale della costellazione del gemelli.

Da qui il nome di “Citta’ cosmiche” come Segni, Norba, Alatri, Trevi nel Lazio, Ferentino, Veroli, Civita d’Antino, Angizia, Sora, Bovile, Ernica, Rocca d’Arce, Arpino, Montecassino ed altre.

Trevi sulla carta rappresenta la stella Castore la piu’ luminosa. L’analogia con le piramidi d’Egitto e la costellazione di Orione e’ certo molto forte.

Se tutto ciò fosse reale, sarebbe la prova che gli egizi discendessero dai popoli della tirennide e che, con le loro migrazioni, portarono la loro tecnologia e la loro conoscenza in ogni parte del mondo.

Sardegna l'antica Tirrenide e la leggenda

La Sardegna nella leggenda

C’era una volta l’Italia, una Italia che non era ancora emersa dal mare, esisteva solo un piccolo continente chiamato Tirrenide. Era una terra felice.

C’erano grandi boschi e molto belli, monti alti e superbi, fiumi, laghi, animali di ogni specie e gente buona e pacifica. Ma un brutto giorno accadde un tremendo terremoto e tutte quelle bellezze furono distrutte.

La terra si mise a tremare, i monti si spaccarono, i fiumi uscirono dagli argini e il mare mandò le sue onde rabbiose a travolgere il piccolo continente, che incominciò a sprofondare negli abissi del Mar Tirreno.

La gente non sapeva più a quale santo votarsi, anche perché a quei tempi i santi non esistevano ancora. C’erano solo gli Dei, il re dei quali era Zeus, che in quel momento sembrava che fosse impegnato a bisticciare con sua moglie Era.

Ma c’è anche chi racconta che quel terribile terremoto l’avesse provocato proprio Zeus, in uno dei suoi proverbiali momenti di malumore.

Come fu, come non fu, il fatto è che la Tirrenide stava per sprofondare miseramente negli abissi marini. Soltanto un brandello di quella terra, ormai non più felice, resisteva con forza e gagliardia al furore delle onde gigantesche.

A questo punto, Zeus, pentito della sua collera, decise di intervenire e di salvare il salvabile. Scese velocemente dall’Olimpo, volò sul Mar Tirreno e con il suo sandalo bloccò quel lembo di Tirrenide che ancora galleggiava.

Così salvò la Sardegna, ma le lasciò il marchio indelebile del suo gran piede divino.

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